Grande scalpore, ma forse era proprio questo il fine ultimo dell’autore Mannelli e del Direttore del Giornale Travaglio, ha destato la vignetta sulla Leopolda apparsa ieri in prima pagina su Il Fatto Quotidiano. Non fosse che già di per sé, e qui mi prendo tutte le responsabilità di tali affermazioni, la vignetta è a mio avviso di cattivo gusto a prescindere dal giorno di pubblicazione, poco o nulla ha a che fare con la satira politica ed è intrisa di sessismo, essendo donna ancor più mi indispettisce, passatemi il termine, questa scelta editoriale proprio alla vigilia della giornata internazionale contro la Violenza sulle donne.
Incredulità, fastidio e ‘rabbia’, non lo nego, sono le prime sensazioni che ho percepito ieri nel vedere quella donna nuda, con sopra il seno le stelline, stile ‘colpo grosso’ , lo slip pseudo abbassato, la frase tristissima “Vuoi fare centro passerotto? C’è la Leopolda. Chiamami”, che ricorda le linee erotiche.
Non posso che associarmi al pensiero espresso dall’intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità composto da 68 deputate di diversi gruppi politici e coordinato dalla deputata Pd Laura Boldrini, che in una nota ha espresso il proprio rammarico per la vignetta e per lo spazio concesso sul giornale dallo stesso direttore: “Siamo impegnate tutto l’anno, e in particolare in questi giorni di celebrazione della giornata contro la violenza sulle donne, per abbattere gli stereotipi di genere e ogni forma di sessismo -proseguono le deputate-. Lo facciamo con passione e impegno civile, prima che politico, a difesa di tutte le vittime di discriminazioni. Abbiamo anche sostenuto e approvato un emendamento del Ddl Infrastrutture che vieta le pubblicità sessiste nelle strade, ma evidentemente anche nei giornali persistono grossi problemi di misoginia. Questa non è satira né informazione, è mercificazione becera del corpo della donna. Un insulto che non può avere alcuna giustificazione giornalistica e comunicativa. Il direttore prenda le distanze da questa disgustosa vignetta e chieda immediatamente scusa”.

Credo che delle scuse siano davvero il minimo per la poca sensibilità dimostrata dal giornale in primis per l’immagine in sé, che sarebbe stata vergognosa in qualsiasi giorno dell’anno, e poi per la pubblicazione della stessa alla vigilia di una data così importante, il 25 novembre, in cui si cerca di smuovere le coscienze sui termini come ‘rispetto’, ‘denuncia’ ‘sottomissione’ e ove le panchine rosse e le scarpe rosse vogliono simboleggiare proprio il sangue versato dalle donne colpevoli, dalla loro, solo di aver amato l’ uomo sbagliato che non ha accettato la fine di una storia d’amore o che non ha semplicemente accettato che la ‘propria’ donna potesse restare sé stessa, lavorare, avere delle amicizie, anche maschili, seppur all’interno di un rapporto di coppia.
Su questo anche i giornali dovrebbero prestare attenzione, è davvero, lo dico da donna giornalista, inaccettabile leggere ‘uccisa per troppo amore’’, ‘raptus per troppo amore’, ‘ Il gigante buono e quell’amore non corrisposto’ è ora di finirla di giustificare tali gesti, quale amore si nasconde dietro alla violenza sulle donne? Di quale amore si può parlare se stiamo trattando un caso di femminicidio? Non esiste amore associato alla violenza.
Gli ultimi casi di cronaca hanno raccontato di ex mariti e/o compagni che hanno pensato di ferire le ‘loro’ donne nel modo più becero possibile: si è arrivati ad uccidere i figli pur di punire la madre. Quale forma di violenza più grande può esserci nei confronti di una donna se non quella di privarla della creatura che ha portato in grembo per 9 mesi? Quale atto di vigliaccheria si nasconde dietro ad un gesto estremo come questo? Ma la cosa grave è che il fenomeno della violenza sulle donne seppur al centro dei dibattiti e dell’agenda politica è ancora sottovalutato.
In Senato sono stati infatti presentati in questi giorni i dati AstraRicerche e la collaborazione tra Rete Antiviolenza di Milano e Gilead nel corso dell’evento ‘tutti i volti della violenza’ e gli stessi sono davvero preoccupanti. La violenza contro le donne, è emerso purtroppo dal report, è un fenomeno ancora sottostimato in Italia, non vengono riconosciute per tempo le forme di violenza fisiche e psicologiche di cui le stesse sono vittime. Spesso sono proprio le donne ad accorgersi troppo tardi che il carnefice è proprio colui con cui hanno condiviso momenti felici, i primi segnali non devono essere nascosti per vergogna, giustificati o peggio ancora compresi, la violenza, in qualunque forma si manifesti andrebbe segnalata subito. Sarebbe importante che le stesse donne trovassero il coraggio di denunciare o di parlare con le associazioni o con famigliari affinché la situazione possa rientrare prima di divenire irreversibile.
Mi auguro che questa giornata, vignetta vergognosa a parte, consegni alle donne una maggiore consapevolezza sul fatto che le cose, volendo, possono e devono cambiare, affinché ogni giorno diventi buono per celebrare con forza la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, nella speranza che prima o poi si comprenda che un amore può finire, un amore può essere non corrisposto e che è lecito poter dire ‘no’ senza per questo temere per la propria vita.