Il caso che vede protagoniste Emily e sua madre, due turiste americane in Italia, precisamente in Toscana, per trascorrere qualche giorno di vacanza, risale a sabato, quando si trovano costrette a chiamare un autoambulanza per recarsi d’urgenza all’ Ospedale di Siena per un malore improvviso della mamma. Purtroppo entrambe non conoscono l’Italiano ma vengono divise all’ingresso come da protocollo ospedaliero, la mamma entra per le cure necessarie, la figlia resta in sala d’attesa disorientata. In preda al panico cerca di avere per moltissime ore notizie sulla mamma, nessuno comprende a fondo quanto richiede, l’azienda ospedaliera non ha interpreti da fornire ed Emily disperata attende di sapere notizie. Più volte sull’orlo di una crisi di nervi crolla in un pianto disperato, ma nessuno sembra curarsi delle sue condizioni.

Giovanni Gravili, presidente dell’associazione i nodi d’Amore, si trova causalmente ad accompagnare sua cognata ad una visita. Per fortuna la cognata é anche interprete, ragion per cui vedendo la donna disperata le si avvicinano per darle conforto e comprendere più a fondo il caso. In poco tempo Giovanni Gravili riesce ad ottenere informazioni sulle condizioni di salute della donna e a far sì che per pochi minuti le due, madre e figlia, si incontrino. Entrambe rassicurate dal conforto di Gravili, attendono una dentro, dove é stata comunque assistita, questo va detto ed é confermato dalla stessa Emily, con massima attenzione e premura da parte dei medici e degli infermieri, l’altra fuori in attesa delle dimissioni della madre, che tardano un poco ad arrivare.

Al mattino finalmente entrambe riescono ad uscire dall’ospedale, le condizioni della donna sono sotto controllo. Emily però affranta dalla scarsissima empatia che ha ricevuto in sala d’attesa é decisa a denunciare attraverso la sua testimonianza quanto possa un turista straniero sentirsi smarrito in Italia, vista la carenza di persone alla reception che siano in grado di interagire in lingua inglese. Emily pur ringraziando l’ospedale di Siena per aver curato la mamma crede di aver subito un’ingiustizia e di non essere stata trattata adeguatamente. Denuncia quindi una scarsissima empatia da parte di quanti avrebbero, sotto suoi numerosi solleciti, dovuto fornire informazioni sullo stato di salute della mamma, anche e solo a livello sommario per tranquillizzarla. Solo l’intervento di Giovanni Gravili, dice Emily nella lettera che ha inviato all’ambasciata americana in Italia, é stato di aiuto ed ha mostrato grandissima solidarietà. Ma se non si fosse trovato lui lì al momento giusto? Emily a chi avrebbe potuto rivolgersi? Davvero un peccato che un servizio efficiente all’interno, nel reparto cura, ne sia uscito ‘macchiato’ per questa falla nel contatto col pubblico. Pubblichiamo la lettera che Emily ha scritto all’ambasciata rivolgendosi alla dott.ssa Cristina Di Silvio, che ricopre l’incarico di Regional Director di United States Foreign Trade Institute, e ci teniamo a precisare che la stessa turista é nel suo paese un’infermiera, quindi avrebbe capito con facilità eventuali tecnicismi.

Hi Cristina. My name is Emily. I am an American on holiday here in Tuscany. My mother had an emergency last night and we were taken to a hospital in Siena (a university hospital – I don’t remember the name 🙁) they would not allow me to talk to her, see her or receive any updates until Giovanni Gravili, President of the association Knots of Love and parliamentary contact for disability issues, his wife and his sister in law helped me. The nurses that took care of my mom were nice but they did not bother to ask her if she wanted to see me or if she wanted me to get any updates. There was no interpreter as we only speak English. We were there from 0000 until 0900 with only a couple brief interactions with my mother. They kept saying that they were waiting on one blood test but everything looked good. It started out with them saying the results would be back at 0300, then 0400, then 0600/0630 and then 0830. Kept giving me the run around. The only times I get info was when I told them I was going to call the US embassy or police. The 2 front desk triage reception women were cruel and laughed at me when I broke down crying for my mom and wanting updates. Walked away rudely when I asked questions and more. I must make a point in saying that I am a nurse back in my country. Our patients and families have rights. They have a right to an interpreter so that they can give CONSENT for any healthcare provider to do anything including giving medications, doing procedures, etc. family members are updated and ALLOWED to be with the patient as long as the patient wants them there. It truly felt like we had no basic human rights and I hear this is how people are treated all the time. If it wasn’t for Gianni, his wife and his SIL, Anouk, who interpreted for me and got me contact and updates for my mom I would have been left for 9 hours crying outside wondering if they were harming her or helping her. In the nursing and healthcare profession it is our duty to “do no harm” and to treat patients/families with dignity and compassion. Those nurses did not hold those values. ì. I am here on holiday with my mom and aunt and am hoping to get this past me. I just want to do what’s right and report it because it was simply wrong and unjust

Dal canto nostro, dice Gravili, siamo contenti, come Associazione I nodi d’Amore, di essere stati d’aiuto e di esserci trovati nel posto giusto al momento giusto, abbiamo visto Emily davvero disperata e ci siamo immaginati nei suoi panni, in un ospedale per un’ urgenza, in un paese straniero dove non conosciamo la lingua. Non é detto che le persone debbano sapere la nostra lingua, comprendiamo anche le difficoltà dell’ospedale di reperire risorse, visto che sempre più si lavora sottorganico, ma l’empatia, la solidarietà, un minimo di aiuto poteva comunque tranquillizzare una figlia in attesa di sapere se la mamma era viva o meno, visto il malore improvviso avuto. Ringraziamo l’ambasciata americana, nello specifico la Dott.sa Di Silvio, che quest’oggi mi ha chiamato per dirmi che mi sono grati per il mio intervento nei confronti di due loro concittadine. Io mi sono comportato da semplice cittadino, ringrazio mia moglie e mia cognata che ben conosceva l’inglese, altrimenti anch’io avrei avuto difficoltà ma certamente mi sarei avvicinato per comprendere cosa stava accadendo, perché essere utile al prossimo in qualsiasi forma é comunque quel che più mi preme, ma sono comunque contento che il mio gesto sia stato apprezzato. Stamane ho avuto modo di salutare Emily e la mamma prima della loro partenza, sono contento che comunque tutto si sia risolto per il meglio.

A cura di Erica Venditti

Ufficio Stampa ‘ Associazione I Nodi D’amore’

Di Erica Venditti

Erica Venditti, Classe 1981, giornalista pubblicista dal 2015. Ho conseguito in aprile 2012 il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.