A Giovanni Gravili, Presidente dell’Associazione i Nodi d’Amore si rivolge Roberto, nato a Torino nel 1965 e residente a Castelnuovo Don Bosco, provincia di Asti in Piemonte, per chiedere aiuto e raccontare con questa lettera, che sotto riportiamo integralmente, la sua testimonianza. Il Signor Roberto é affetto dal 2010 da un cevernoma pontino, un tumore benigno che ha sede nell’encefalo o nel midollo spinale, che può creare parecchi disagi a chi purtroppo ne é affetto come crisi epilettiche, disturbi nelle capacità sociali, problemi di vista, problemi di udito, affaticamento. Tendenzialmente si tende ad operare, ma Roberto é risultato inoperabile ed ha conseguito un’invalidità del 75%. Nel 2020 viene poi operato per un mixoma al ventricolo destro, la sua invalidità sale al 100%. Ma l’assegno é di 390 euro, un assegno che non gli permette di vivere una vita dignitosa. Gravili, Presidente dell’Associazione i Nodi d’Amore, ci ha spiegato che la commissione Inps ha riconosciuto al Signore solo l’invalidità civile, dunque il comma 1 della legge 104, anziché il comma 3, da qui l’importo basso dell’assegno che percepisce mensilmente.
Di seguito la testimonianza di Roberto: ‘Gravili mi aiuti, non ha più senso vivere’
“Buongiorno Sigr GRAVILI, mi chiamo Traina Roberto nato a Torino il 22/02/1965 residente a Castelnuovo Don Bosco, le scrivo perché mi trovo in una situazione terribile. Nel 2010 mi hanno diagnosticato un cavernoma numo pontino (tumore al cervello ) inoperabile e da lì mi è stata data l’ invalidità al 75%. Nel 2020 vengo operato per un mixoma al ventricolo destro, portando così la mia invalidità al 100%. Vivo con 390€ al mese pago 250€ di affitto e quello che mi rimane lo uso per mangiare. La mia situazione mi sta portando ad uno stato depressivo, poiché non vedo via d’uscita ho pensato più volte di farla finita; ad oggi con l’ aiuto di anti depressivi e assistenza sociale cerco di sopravvivere ma è pur sempre umiliante, non ho più la patente, mi sposto con carrozzella e stampelle. La prego di aiutarmi poiché vivere così non ha più senso, non ho più né dignità né salute“
“Comprendiamo lo sconforto di Roberto – ci dice Gravili – privato dalla vita della salute e ora dalla Commissione Inps anche della dignità, perché vivere con 390 euro al mese é davvero impossibile, confidiamo quindi, dice Gravili, che venga rivalutato l’assegno e che la cifra per Roberto possa cambiare. Confidiamo ad esempio che i denari risparmiati dal reddito di cittadinanza, abolito, possano essere ridistribuiti tra quanti vivono in condizioni al limite della sopravvivenza, come Roberto. Si ha fin che si é in tempo il dovere di intervenire per salvare una vita e per renderla il più possibile degna di essere vissuta“.
A cura di Erica Venditti
Ufficio Stampa Associazione I Nodi D’Amore