Samuel e Christian sono due ragazzini rispettivamente di 11 e 10 anni, solari, svegli e vitali che hanno una grande passione in comune da quando avevano 5 anni, lo sport, e nello specifico il calcio.
Croce e delizia degli italiani, il calcio appassiona milioni di persone, tiene incollati alle TV, riempie gli stadi e talvolta le pagine dei giornali, anche quelle meno belle, è noto che talvolta sui campi da calcio e fuori dallo stadio avvengono risse tra i tifosi più accaniti che in alcuni istanti perdono il lume della ragione. Ma lo Sport in generale ed il calcio in questo caso specifico sono anche vita, unione, fratellanza ed amicizia, una bella valvola di sfogo oltre agli impegni scolastici.
Il Covid, ce lo dicono i dati e gli esperti in materia, ha aumentato in generale i suicidi anche tra i giovanissimi e tra i ragazzini i casi di isolamento, molti hanno subito la pandemia restando impauriti, alienati ed hanno perso il contatto con la realtà, rifugiandosi dietro ai tablet, ai pc, agli smartphone, altri, grazie allo Sport, specie quello di squadra, hanno continuato ad incontrarsi o anche nei periodi di chiusura collettiva a sperare nelle riaperture.
Samuel e Christian sono due di questi ragazzi che nel pallone ci mettono passione, grinta, forza di volontà, fare il calciatore è un sogno irrealizzabile? Chi può dirlo, quel che è certo è che in questi due ragazzi il desiderio di fare sempre meglio, superare i propri limiti e dedicarsi al gioco di squadra sono prerogative base per crescere. A loro lo sport sta insegnando le basi della vita in comunità, questo quanto ho percepito nel corso della chiacchierata che abbiamo condiviso davanti ad una bella colazione, e devo dire che per me, che sono mamma di due bambini, uno della loro età, è stato davvero un bel messaggio.

Lo sport fa bene, questo lo sappiamo da sempre, ma qui il bene non è solo fisico, è qualcosa di più, è un benessere interiore che accompagna verso la crescita personale, grazie a dei mister capaci e competenti anche a livello umano, che invogliano i ragazzi e li spronano a dare il massimo, sui campi da calcio si può imparare davvero tanto: Stare insieme, essere rispettosi gli uni degli altri, aiutare i meno ‘forti’ a migliorare sempre più, condividere spazi e regole comuni. Insomma davvero le basi per diventare dei grandi uomini soprattutto a livello di relazioni umane.
Sono piccoli per pensarli oggi grandi campioni, ma hanno grinta da vendere e si ispirano a grandi campioni, Samuel, Centrocampista/difensore nel Cesano Boscone Idrostar, si ispira a Lautaro Martinez, Christian, centro campista di destra nella stessa squadra, a Cristiano Ronaldo.

Abbiamo chiesto loro in questa piacevole intervista, i ragazzi non avendo filtri sono prodigiosi nell’esprimere le proprie emozioni rispetto agli adulti, quale sia il senso dello Sport e soprattutto del calcio, cosa cambierebbero se ne avessero le facoltà per renderlo uno sport migliore e quali sono i punti di forza invece di quello che per loro non è solo sport ma una passione coltivata fin da piccoli. Ecco quanto ne è emerso.
Ciao Samuel, Ciao Christian, da quanto giocate e cosa rappresenta per voi il calcio?
Gioco da quando ho cinque anni, ci dice Christian, prendendo subito la parola, per me il calcio è tante cose: è un bel modo per stare insieme, è divertimento, è voglia di fare sempre meglio, gli allenamenti non mi pesano, ne faccio tre a settimana, più la partita che a volte avviene di sabato ed altre di domenica. Mi piace il mio gruppo, la mia squadra con loro sto crescendo, il mister ci invoglia sempre a fare meglio, non ci sminuisce mai, se sbagliamo ci sprona, ci dice ‘forza, forza, la prossima volta andrà meglio’.

Per me è passione pura, aggiunge Samuel, inserendosi nella chiacchierata, il calcio mi piace da sempre, lo guardavo alla TV, poi invogliato anche da papà, che ha la mia stessa passione, ho provato e non ho più smesso.
Dunque il calcio vi ha fatti conoscere ed ha permesso anche la vostra amicizia, possiamo dire che lo Sport ed in particolare il calcio è un buon modo per fare amicizie e trovare amici veri?
Assolutamente sì, ci dicono in coro, il calcio è unione, siamo praticamente cresciuti insieme su questi campi da calcio. È un bel modo per condividere emozioni ed esperienze, abbiamo tre allenamenti a settimana, più la partita, ma non siamo mai stanchi, anzi vorremmo giocare sempre di più. Quando una cosa ti piace e la fai con passione non ti pesa farla, anzi, ci dicono entrambi sorridendo.
Eppure si sente dire che il calcio è competizione, e che spesso i meno forti vengono presi in giro dal resto della squadra ed un po’ esclusi dal gruppo, ed inoltre non mancano i racconti di partite di campionato finite in ‘baruffa’ con genitori che si azzuffano, fantascienza o qualcosa è vero di tutto ciò anche qui nella vostra squadra?
Samuel e Christian si guardano e sorridono un po’ imbarazzati, beh ogni tanto anche al campo da noi qualche genitore che si prende a male parole c’è davvero, non tutti hanno ben capito cosa voglia dire giocare per divertirsi, molti vedono nei figli dei futuri campioni e non tollerano le decisioni degli arbitri o le parole dei genitori della squadra avversaria. Così si vedono scene un po’ sopra le righe, ma poi tutto rientra rapidamente. Ci dà l’impressione che siano più competitivi i genitori che noi sul campo, bello che ci seguano, ma insomma a tutto c’è un limite. Tra di noi ci aiutiamo e se uno è meno bravo di certo né noi della squadra né il mister lo umilia, anzi lo aiutiamo a migliorare. Qui nessuno è escluso e poi le squadre sono divise in base al livello di preparazione, noi siamo nella C, tra quelli ‘più forti’, il livello è più o meno uguale nelle squadre.
Quale soluzione adottereste per evitare che ciò accada?
Ridono, beh si potrebbero lasciare fuori i genitori! Non è vero dai, siamo contenti ci vengano a vedere, aggiungono, alternandosi nelle risposte, ma queste scene sono imbarazzanti specie per noi ragazzi e di sicuro non insegnano nulla di buono sul modo di relazionarci. Lo sport non è questo, per fortuna qui succede rarissime volte, però ci piacerebbe che le partite diventassero un momento di incontro anche per i genitori, un momento di condivisione, un luogo in cui gioire dei nostri successi quando ci sono e per supportarci quando una partita va meno bene. In fondo i mister fanno questo, non è che per essere felici si debba sempre vincere, poi se alziamo una coppa, chiaro siamo ancora più felici, ma il calcio è anche altro.
Consigliereste ad un ragazzino della vostra età o più giovane di iscriversi nella vostra squadra di calcio?
Certo che sì ci dice Samuel, Noi siamo cresciuti nella Cesano Boscone Idrostar, e ci troviamo benissimo. Per noi ci fa intendere Christian è un po’ come sentirsi a casa. Il campo è tutto per noi, se si ha passione, anche se le abilità all’inizio non sono elevate, si può crescere. La chiave di tutto sono l’impegno e la forza di volontà. E poi è un bellissimo modo per farsi nuovi amici, la nostra amicizia è nata su questo campo e siamo più uniti che mai.
Possiamo concludere dicendo che da questi ragazzini abbiamo tanto da imparare, anche noi genitori, per me è stata una piacevole chiacchierata e nonostante l’età molto giovane Samuel e Christian mi hanno insegnato tanto sul valore dell’amicizia e del fare gruppo, bravi ragazzi, chissà che tra qualche anno li rivedremo fianco a fianco nella nazionale azzurra.
Sognare in fondo, ci hanno insegnato, non costa nulla! E allora in bocca al lupo piccoli campioni!
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