Per fare il punto oggi é necessario tornare al 6 aprile 2021, in quella data vi fu un’importante manifestazione a Roma, organizzata da IoApro per la riapertura delle attività commerciali che stavano poco a poco morendo anche a fronte dei DPCM (Conte prima e Draghi poi) che imponevano le chiusure per le attività considerate “non essenziali”.

A quella manifestazione, in Piazza Montecitorio proprio di fronte al luogo in cui tali decreti venivano emanati, parteciparono migliaia di cittadini, commercianti, imprenditori, liberi professionisti, dicendo con determinazione ‘NO’ alle norme rigide imposte dal Governo.

Alla presa di posizione in modo pacifico e non violento partecipò anche Federico Milieni, all’epoca dei fatti direttore marketing di GimFIVE, gruppo di palestre in prima linea nelle aperture del Movimento IoApro.

Nel corso della manifestazione si verificarono disordini con la Polizia e persone riconducibili al Movimento IoApro che erano tra le prime file vennero accusati di vari reati, nel caso del Milieni resistenza a pubblico ufficiale, furto con destrezza (di manganello), istigazione a delinquere.

A differenza di altri imputati (vd. Momi e Carriera) Milieni, optò per un processo con rito abbreviato, In primo grado il giudice sposò la tesi dell’accusa e Milieni venne condannato a 1 anno e 2 mesi di reclusione, qui l’articolo con la notizia data dal Corriere della Sera.

In secondo grado venne poi assolto per non aver commesso il fatto, la procura, a sua volta, non ricorse in Cassazione e pertanto l’assoluzione passò in giudicato essendo decorsi i termini per fare ricorso, dunque Milieni risulta definitivamente assolto.

Mentre sulla prima notizia apparvero differenti articoli, su questa assoluzione gli stessi giornali si sono interessati molto meno, ecco perché Milieni ci ha chiesto di poter raccontare anche il seguito della vicenda che non si é chiusa poi con la sua condanna, ma appunto con la totale assoluzione dai reati a lui imputati, proprio per non aver commesso il fatto.

Di seguito le dichiarazioni di Federico Milieni da noi contattato, che soddisfatto del risultato raggiunto, ma allo stesso tempo affranto, dai tempi per ottenerlo e dal ‘trattamento ricevuto’ asserisce: “Ero sicuro della mia assoluzione in quanto aprire le attività durante il Covid, piuttosto che manifestare la contrarietà alle norme liberticide era un qualcosa di ispirato da un mio profondo senso di giustizia, che mi accompagna sin dalla nascita, oltre che dai dettami della Costituzione italiana.

Non nego il dispiacere nell’ essere arrivato a tale assoluzione dopo due gradi di giudizio, avrei preferito aver utilizzato il mio tempo e denaro in un modo differente.

Oggi, ancor più di ieri, sono orgoglioso di poter guardare a testa alta Leandro Francesco e Fabrizio, i miei due adorati figli: voglio trasmettere loro l’idea che quando si è sottoposti a qualsivoglia imposizione o diktat dall’alto bisogna fermarsi un attimo e riflettere, chiedere, indagare se davvero quella prospettata sia la strada giusta.

Se così non fosse, nella vita bisogna esporsi e osare in maniera pacifica sì, ma allo stesso tempo con decisione e fermezza: talvolta, come nel mio caso, il prezzo da pagare può essere molto alto, ma il girarsi dall’altra parte per qualsivoglia tipo di paura è una forma di ignavia che non mi appartiene.

E poi, a distanza di qualche anno il tempo ha già decretato chi era dalla parte giusta, dalla parte della legge delle leggi, ovvero la Costituzione, e chi invece era dall’altra parte

Ringraziamo Milieni per le sue preziose dichiarazioni e gli auguriamo il meglio.

Di Erica Venditti

Erica Venditti, Classe 1981, giornalista pubblicista dal 2015. Ho conseguito in aprile 2012 il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.