Aldo Simoni della Braceria all’11 è l’ospite della 16 puntata di NDC condotto e diretto da Momi El Hawi, imprenditore nel campo della ristorazione, ogni intervista viene settimanalmente caricata sul canale youtube MomilifeStyle.
Lo scopo di Momi è quello di dare spazio ad imprenditori di successo che possono raccontarsi in circa 15/20 minuti cronometrati da un pomodoro rosso, poi per finire l’intervista si lancia un dado con le domande scomode: Quale vizio hai? Quanto spendi? Quanto guadagni? Scheletri nell’armadio? Sei fedele? Etc, 6 possibili domande a cui prima o poi si è chiamati a rispondere con la massima sincerità, si può evitare la prima, ma la seconda è d’obbligo, questa è l’unica regola del gioco. Lo scopo è rendere anche più divertente l’intervista dopo la prima parte più tecnica e settoriale.
Aldo catalizza la telecamera con la sua pacatezza e la sua tranquillità nel corso della presentazione, mostra infatti un’ottima padronanza dei tempi e racconta di sé con una semplicità che attira l’attenzione.
La Braceria all’11 sita in Via Sant’Agostino a Firenze nasce post Covid dal sogno imprenditoriale di Aldo che è lo chef e di altri 2 soci, insieme hanno deciso di rischiare il tutto per tutto e di aprire questo ristorante che in poco tempo ha già dato grandi soddisfazioni in termini di numeri e di riscontro da parte della clientela. La gente che frequenta la Braceria sa che sono specializzati nella carne e che hanno una grande varietà della stessa, che va oltre la ‘semplice’ fiorentina, i gusti dei clienti sono cambiati, molti sono anche particolarmente esigenti e buon vino e buona carne, proveniente anche da Giappone, Finlandia, Irlanda, possono deliziare, dice Aldo, i palati per tutti i gusti.
Si punta alla qualità delle materie prime, si lavora duramente affinché il cliente sia sempre soddisfatto, vi è una buona sinergia, spiega, tra i soci. Da parte del cliente è importante, aggiunge Aldo stuzzicato dalle domande di Momi, anche fidarsi dei consigli e delle cotture delle carni specie se si sperimenta un taglio per la prima volta, in quanto, dice sorridendo, ‘ ora va tanto di moda il sushi, quando vai a mangiarlo non è che lo chiedi cotto, ma sai che dovrai mangiarlo crudo per apprezzarlo, allo stesso modo se vieni alla Braceria all’11 e chiedi la carne non puoi chiedermela ben cotta e poi lamentarti che è dura, ti devi fidare della cottura che ti propongo, perché è certamente la migliore per degustare a pieno la carne scelta’ .
E’ cambiata la cultura del cibo, la gente spende e pretende un servizio di qualità, nel nostro locale, spiega, puoi trovare proprio questo. Nell’intervista Momi cerca di sfatare e ben ci riesce 3 stereotipi :
- Sono necessari molti soldi per aprire un locale ( Non è vero sono bastati 25mila euro a testa di liquidità per iniziare)
- Non è possibile sfondare da giovani, serve esperienza decennale ( Non è vero Aldo ha 28 anni e quando ha aperto ne aveva 26, serve voglia, passione , intraprendenza)
- Per cucinare bene italiano bisogna essere italiani ( Aldo è di origini Albanesi, poi trasferitosi a Firenze da piccino, oggi è molto integrato e tanti lo scambiano per fiorentino, specie gli stranieri)
Aldo fa presente che per arrivare in alto si deve partire anche dalla gavetta, lui ha lavato i piatti ed ha sbucciato le patate, serve una gran voglia di fare, occorre passione e sacrificio, anche oggi lavora tutti i giorni tutto il giorno pur avendo moglie e un figlio piccolo. Non si smette mai di imparare, l’umiltà è ciò che fa grandi. Un consiglio per chi volesse intraprendere il suo percorso è ‘ Lavorare e stare zitto’ , inteso come la capacità di saper cogliere l’esperienza da chi sa di più, senza sentirsi mai arrivati, nella vita, l’umiltà e la passione, dice, ripagano sempre. Di seguito il video dell’intervista completa:
Un vizio lo ha anche Aldo, il dado ci fa scoprire, che ‘fuma come un turco’, non ne va fiero, ma al momento questo è l’unico ‘difetto’ che abbiamo riscontrato nel corso dell’intervista in questo ragazzo brillante e motivato.
Auguriamo ad Aldo ed ai suoi soci di avere grande fortuna nel loro lavoro e di fare sempre meglio.
A cura di Erica Venditti