Non ci sta Saverio Mauro Tassi, 66 anni, che insegna storia e filosofia al liceo Einstein di Milano, qui, ci tiene a sottolineare essere No vax o meno nulla centra, è in gioco una questione di discriminazione tra studenti. Su questo si interroga il professore che sta facendo discutere per il suo sciopero bianco contro l’ultimo provvedimento del Governo, che prevede una differenza in caso di contagio tra gli studenti che potranno accedere alle lezioni in presenza e quelli che invece dovranno seguire la DAD da casa.

La differenza sta nel caso di due positivi in classe, in questa specifica situazione, chi è vaccinato continuerà a seguire in presenza, mentre i non vaccinati potranno seguire le lezioni solo da casa in DAD. Nel caso il numero di positivi per classe, invece, salisse a tre, si tornerebbe vaccinati e non vaccinati tutti in DAD. Per il Professore questa differenza di trattamento crea discriminazione tra gli studenti e pare, e su questo francamente concordo, puntare il dito su chi ha deciso di non vaccinarsi o ancora non lo ha fatto per le più svariate ragioni.

Perché fare questa differenza se al momento non è previsto nessun obbligo vaccinale? I ragazzi ed i genitori che decidono per loro, dato che molti sono minorenni, non è giusto vengano sottoposti a tale pressione. In effetti nella scuola di mio figlio che frequenta la prima media in un istituto piemontese, alla prima riunione, essendo io rappresentante, ci è stato detto di ricordare ai genitori che il vaccino non è un ‘trofeo’ e che dunque non è necessario che chi abbia optato per farlo vada in giro a dirlo ai ‘quattro venti’, mettendo alla gogna chi ha optato per ritardare. La scelta è libera e per privacy, anzi, la scuola suggeriva di non ostentare in classe il proprio green pass, proprio per evitare che gli altri si sentissero a disagio. Ricordiamo infatti che spesso tra i minorenni la scelta non è imputabile a loro ma ai genitori , ragion per cui, ci spiegavano in sede di riunione, è bene tutelare i ragazzi e la loro serenità senza dare loro colpe che spesso non hanno. Sempre che il non fare il vaccino voglia essere considerata una colpa, da quanti ci credono fermamente. Fino a prova contraria, ci hanno ripetuto i referenti Covid, allo sfinimento, perché su questo ci tenevano particolarmente, lo scopo della scuola è garantire il diritto allo studio senza fare discriminazioni alcune e anzi garantendo massima serenità ai ragazzi in un periodo già davvero poco facile per loro. Molti portano ancora gli strascichi del precedente lockdown, tanti hanno difficoltà a relazionarsi, vivono, forse a causa delle pressioni della società ed in famiglia, con la paura di contagiarsi.

Ragion per cui la tranquillità psicologica dei singoli è stata posta dalla dirigente della scuola al primo posto ancor più della didattica. Se seguiamo questo filo logico, che avevo condiviso in toto, chiaro che il ragionamento del Governo ora pare davvero stridere, perché volente o nolente ‘punta il dito’ contro i non vaccinati e crea differenze. Molti potranno obiettare che questo è l’unica via per invogliare quanti ancora non hanno optato per il vaccino e che farlo è l’unico modo per liberarci del virus ed uscire dalla pandemia in corso. Obiezione probabilmente anche pertinente, ma resta il fatto che fino a quando il vaccino non sarà reso obbligatorio, esattamente come ha deciso di fare ora il Governo per gli over 50, farlo o meno resta, ma davvero deve restare anche concretamente, una libera scelta della famiglia e del ragazzo.

Il Professore precisa di non essere affatto ‘no vax’ e di essere in attesa della Terza dose, ma che il suo modus operandi, ossia rifiutarsi di fare lezione in DAD ai non vaccinati, vada oltre la questione vaccino. Lo scopo del suo ‘sciopero bianco ’ è quello di puntare i riflettori sulla costituzionalità del provvedimento imposto dal Governo. Poi specifica: “La Costituzione dice che non dobbiamo fare differenze tra uno studente e l’altro e io voglio rispettare questa norma’. Nessuna lezione in DAD per gli studenti non vaccinati, ha precisato, non si tratta di penalizzarli, sostiene, ma l’esatto opposto. “Trovo discriminatorio che si possa fare ad alcuni lezioni in presenza e ad altri no. Per questo propongo, e così farò se si presenterà l’occasione, di rinunciare alla tipica lezione a favore di una che preveda un dibattito sulla costituzionalità della norma adottata dal Governo ’. Quello di Tassi è uno sciopero bianco, spiega: ‘noi rimaniamo in classe, ma anziché andare avanti col programma, discutiamo su come questa norma abbia ricadute costituzionali sulle vite di tutti noi, ragazzi compresi’.

Scelta coraggiosa quella di questo professore, che ha deciso di non uniformarsi e dire la sua in un momento tanto delicato, il diritto allo studio deve essere garantito a tutti senza alcuna discriminazione, e su questo non posso che essere d’accordo.

Comprendo pur non condividendola la scelta del Governo che ha lo scopo di tutelare il più possibile i nostri ragazzi, ma non avrebbe avuto più senso fare la DAD per tutti con due casi di positività? La Dad se fatta bene è comunque un buon modo, in emergenza, per garantire ai ragazzi continuità nello studio, e questa rispetto ai primi mesi della pandemia è certamente migliorata in termini di ore e contenuti, e non credo che la differenza tra vaccinati e non vaccinati stia in un solo caso di positività, tutto sommato, forse, si sarebbe davvero potuto agire in modo differente, pensando più al benessere psicologico dei ragazzi piuttosto che a queste differenze tra vaccinati e non vaccinati.

Inoltre credo, purtroppo, che quanti hanno optato per non vaccinare i propri figli non cambieranno la propria idea e a pagarne le conseguenze saranno pur sempre i ragazzi.

Di Erica Venditti

Erica Venditti, Classe 1981, giornalista pubblicista dal 2015. Ho conseguito in aprile 2012 il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.