L’impennata dei contagi tra bambini e ragazzi che frequentano la scuola primaria sta spingendo dirigenti, presidi, insegnanti e sindacati di categoria a chiedere con urgenza la terza dose di vaccino. «È l’unica maniera – sostengono – per garantire la continuità in presenza dell’anno didattico».
Scuola e terza dose di vaccino per il Covid
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi lo aveva già annunciato sei giorni fa durante la visita a Trani in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico. Ieri lo ha ribadito anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri in una intervista al Corriere: «Sì alla corsia preferenziale per la terza dose anche a docenti e personale scolastico – rispettando i sei mesi di distanza dalla seconda – perché anche loro lavorano in ambienti a rischio». Gli insegnanti come gli operatori sanitari, insomma.
L’aumento dei contagi nelle ultime settimane, in particolare fra i bambini al di sotto dei 12 anni che non hanno potuto ricevere il vaccino antiCovid, ha fatto scattare del resto il campanello d’allarme. Le scuole, a cominciare da quelle dell’infanzia e dalle primarie, hanno bisogno di un’attenzione particolare. Soprattutto perché l’obiettivo di tutti è evitare nuove chiusure e lo spettro della didattica a distanza che tanto ha fatto discutere durante lo scorso anno scolastico.
E per una volta tutte le componenti sembrano sulla stessa lunghezza d’onda. Dalla politica ai sindacati. «Abbiamo già avuto modo di ribadire al presidente Michele Emiliano che siamo assolutamente favorevoli alla terza dose a partire dalle scuole – dice il segretario regionale della Uil Scuola, Giovanni Verga –. Non vorremmo che si blocchi l’attività didattica in presenza. Piuttosto se c’è una cosa che ci preoccupa è ciò che accadrà al cosiddetto organico Covid, ossia al personale aggiuntivo che è stato assunto per l’emergenza. I contratti scadono a dicembre e sono stati prorogati dalla legge di Bilancio solo per i docenti, ma la maggior parte degli assunti fa parte del personale Ata e le scuole si sono organizzate contando su questi operatori. Se non ci passa qualche emendamento in tal senso si rischia di gettare gli istituti nel disordine».
Scuola e terza dose: Proteggere chi ha a che fare con bambini non vaccinati
Favorevoli alla terza dose subito anche i dirigenti scolastici: «La mia risposta è più scientifica che di pancia – precisa il preside dell’Istituto comprensivo Umberto I-San Nicola di Bari, Giuseppe Capozza –. Stiamo verificando che l’aumento dei contagi è soprattutto fra i ragazzi e i bambini. È ovvio che i lavoratori che sono più a contatto con loro, penso per esempio a quelli delle mense scolastiche, alle maestre d’asilo, debbano avere una corsia privilegiata. Anche nelle scuole, soprattutto del primo ciclo, ci sono le stesse necessità.
Perciò – prosegue – dobbiamo dare protezione a chi ha a che fare con i bambini che non sono vaccinati. L’opinione del sottosegretario mi sembra condivisibile. Anzi, sto inviando una circolare ai genitori eletti nei collegi scolastici nella quale approfitterò per ribadire di porre particolare attenzione e prudenza nel caso si manifestino sintomi già a casa».
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