A partire da dopodomani per le scuole si applicherà la «regola del tre» che prevede l’intera classe a casa se tra gli studenti ci sono tre positivi. Diverse regole per il rientro e per i prof.
Scuola: cosa succede con uno, due o tre positivi
Cosa cambia nelle classi? In sintesi, verranno applicate misure diverse a seconda della fascia d’età degli alunni e del loro status vaccinale. Nella scuola primaria e secondaria, in presenza di un solo positivo tra gli studenti, tutta la classe deve essere testata con tampone, molecolare o antigenico; gli alunni negativi possono rientrare in classe ma devono sottoporsi ad un secondo tampone cinque giorni dopo per isolare velocemente eventuali positività emergenti.
E se in classe i positivi sono due? Sia che siano gli alunni sia gli insegnanti vanno in quarantena se non vaccinati o ex casi Covid guariti da più di 6 mesi. Se vaccinati o guariti da meno di 6 mesi, non vengono posti in quarantena solo se si sottopongono a sorveglianza con tamponi entro 48 ore e dopo 5 giorni.
Quando i positivi sono tre o più, scatta la quarantena per tutti gli studenti, indipendentemente dal loro stato vaccinale attuale. Caso diverso in presenza di alunni più piccoli. Nelle classi dei bambini con meno di sei anni d’età, finiscono tutti in quarantena, anche se c’è un solo positivo.
Scuola e covid: durata della quarantena
La durata della quarantena dipende dallo stato vaccinale del paziente. Per i vaccinati con ciclo completo da almeno due settimane è previsto un periodo di quarantena di 7 giorni dopo la data dell’ultimo contatto con il caso Covid. Trascorso tale periodo, in assenza di sintomatologia, verrà programmato da Ats un tampone molecolare o antigenico.
Per i non vaccinati o per chi ha completato il ciclo da meno di due settimane è previsto un periodo di quarantena di 10 giorni dopo la data dell’ultimo contatto con il caso Covid.
«Entro il 17 novembre tutti gli istituti riusciranno a gestire le nuove regole — conferma Pietro Presti, consulente strategico della Regione per l’emergenza Covid — alcuni sono già partiti; altri, invece, hanno bisogno di più tempo, ed è ragionevole visto che parliamo di una riorganizzazione comunicata dall’istituto Superiore della Sanità solo giovedì scorso, e che significa riuscire a mettere insieme due realtà molto diverse, con regole, procedure e obiettivi altrettanto eterogenei: la sanità e la scuola».