In questi giorni mi sto imbattendo in post su Facebook o video, uno anche diventato virale, che mi stanno riempendo letteralmente il cuore, ora lasciate stare il fatto che io sia un’inguaribile romantica e che per natura mi emozioni facilmente, ma il punto focale é che in tutti ho riscoperto un ‘fil rouge’ ossia la bellezza dei gesti di alcuni adulti quando non dimenticano il bambino che é in loro. Perché in fondo quel bambino che ha voglia di gioco, di spensieratezza lo abbiamo ancora tutti dentro, ma a volte é assopito, ecco per me, chiaro la mia é una considerazione del tutto personale, chi impara a crescere restando ‘bambino’ si fa il regalo più bello.
I bambini, sarà che sono mamma di due e lo vedo costantemente nei loro occhi, specie in quelli della più piccola, sanno ridere di gusto per un nulla, restano sbalorditi davanti ad un paesaggio o ad una farfalla colorata, sono totalmente assorbiti nel gioco di ruolo che stanno facendo che, e come se entrassero in uno stato di meditazione senza saperlo, dove il mondo ed i problemi circostanti non esistono, si estraniano completamente.
Restare bambini si può: il video virale di due anziani che giocano a riva
Molti probabilmente avranno visto quel bellissimo video in cui due anziani giocano tra di loro in riva al mare, chi ha scritto la notizia ha voluto rimarcare il fatto che é bellissimo vedere una coppia di anziani che abbia trascorso una vita insieme e che abbia ancora questa affinità, può essere sia così, ma può anche essere che quelle due persone si siano riscoperte in età avanzata, magari perché rimaste vedove, oppure perché hanno trovato l’amore in tarda età. Il punto a mio avviso non é l’amore che dura in eterno, può essere anche che si sia paradossalmente conosciuti in vacanza, non lo possiamo sapere , ma la bellezza del gioco. Due persone anziane siamo abituate per stereotipo ad immaginarle sedute, al più mano nella mano che passeggiano, ma quando vediamo ‘il gioco ‘ ecco che il video diventa virale. Perché? Perché ha riempito i cuori e a tutti piacerebbe essere liberi dai condizionamenti mentali che spesso ci inibiscono determinati ‘slanci’ (cosa potrebbe pensare la gente che ci vede?), quindi plauso doppio a questi due signori anziani che senza preoccuparsi del contesto e di essere visti e/ o giudicati si sono goduti il loro momento romantico in riva al mare. Una meraviglia assoluta, la cosa che mi ha colpito sono stati i sorrisi, la leggerezza, il seguirsi e schizzarsi con l’acqua come davvero farebbero due ragazzini che giocano a riva. Lunga vita al loro bimbo interno oltreché al loro amore!
Adolescenti e gioco: un bimbo di due anni ‘smuove’ l’apatia di un ragazzino che torna a sorridere e giocare a palla
Un altro post che mi ha commosso, é quello letto da poco di una mamma, che ringrazia un ragazzino adolescente che, per puro caso, ha condiviso del tempo col suo bimbo di appena due anni. Ha catalizzato la mia attenzione perché la mamma ha voluto attraverso un post Facebook ringraziare in qualche modo e soprattutto informare la mamma del ragazzo adolescente, per lanciare un bel messaggio: “Quei ragazzi che spesso vediamo ‘apatici’ che si annoiano, se incontrano un bimbo di appena due anni con i suoi occhioni sorridenti che tiene in mano una palla, la loro, possono riscoprire il bambino sopito che l’adolescenza ha portato già lontano e tornare a trovare speciale e divertente un pomeriggio noioso“ Perché in fondo giocare, essere spensierati, vale più di mille cellulari e sigarette ‘smazzate’.
Di seguito il post:
“Sono la mamma di quel bambino che oggi, in piazza della Vittoria, ha giocato coi tuoi figli adolescenti. Li abbiamo osservati a lungo, tra un lancio di pallone ed una sigaretta smezzata. Tra lo scazzo di chi vede tutto grigio. Come solo l’adolescenza può rendere la vista, alle volte. Mio figlio ha due anni e guardava i vostri con gli occhi pieni di gioia. Avevano un pallone. Stavano giocando. Alla fine quel pallone è arrivato proprio vicino ai piedi di Vittorio, sapete? E poi dai, Vittorio è un bambino di due anni, loro stavano palleggiando facendo una specie di gara a chi lo faceva con più scazzo.
Eppure. Eppure… Eppure tuo figlio ha preso il mio mano nella mano e lo ha invitato a giocare. Ha sorriso per ogni palla lanciata, per ogni calcio scoordinato e mancato. Hanno battuto il 5. Lo hanno chiamato “campione”. Siamo andati via per non disturbare troppo, perché mio figlio ha due anni, il tuo ne avrà quasi 18. Eppure. Eppure è stato al gioco. Ha capito quanto era importante, per mio figlio, giocare con i grandi. Ed alla fine il risultato è che mio figlio rideva ed anche il tuo. Se vuoi sapere cosa ha combinato il tuo adolescente scazzato nel pomeriggio di oggi, sappi che ha giocato a calcio con un bambino di due anni. E che forse non tutto è perduto. “ A. Manzi.
Perucchetti, Agriturismo Sette Sentieri: gli adulti dimenticano di giocare, perché?
Dello stesso parere, ossia che crescendo purtroppo gli adulti dimenticano ciò che sanno i bambini, é Niccolò Perucchetti, gestore di un Agriturismo ad Asti, “I Sette sentieri’, che nei giorni scorsi ha postato, per promuovere il percorso di rinascita ‘interiore’ che cerca di fare con gli ospiti del suo Agriturismo, un post molto bello che affronta la stessa tematica, l’arte di restare bambini appunto, a cui ho dedicato un intero articolo. Di seguito vi riporto comunque le sue parole:
“Il problema è che gli adulti dimenticano ciò che sanno i bambini. Arriva un punto delle nostre vite dove, senza accorgercene, smettiamo di giocare. Ci lasciamo trascinare sempre più dalla routine, dalla socialità, dall’omologazione, finché finiamo per fare esattamente ciò che fanno tutti gli altri. La nostra individualità più vera pian piano sparisce… E questa cosa accade sempre prima. Vedo bambini di 10 anni sclerare perché finiscono le ore loro concesse sul cell, o perché manca loro una connessione a YouTube…E poi ripenso a quando, da piccoli, io e i miei amici con un foglio di carta, una matita e un paio di dadi creavamo interi universi. Alla fine, l’umanità sta perdendo la sua fantasia. Siamo passati dalle storie della mamma che faceva addormentare i bambini parlando di draghi e magie al lasciare che i bambini si sfiniscano davanti a YouTube. Ma senza fantasia che cosa siamo? Perché, nell’ambito dei blocchi inconsci… il più grande di tutti i blocchi inconsci è credere che il degrado sociale sia normale… Barattare la propria fantasia per YouTube non ha assolutamente nulla di normale… ciò che è ufficialmente accettato come convenzione ha sempre tenuto in scacco l’umanità. Nel mio agriturismo approfondisco questi aspetti, per aiutare le persone a ritrovare la capacità di sognare se stessi, attraverso il contatto con le vere relazioni e la natura. Ti aspetto”.
Ecco come potete vedere tutti questi spunti di riflessione riportano all’importanza di non omologarci, di restare unici, di ascoltare sempre quel bambino che è vivo in noi e che ‘ci parla’, basta avere la voglia ed il coraggio di ascoltarlo (perché spesso lui sa e ‘sente’ molto più di noi quel che ci fa stare bene). Solo così potremmo, a mio parere, avere una vita piena che spazia dalla consapevolezza dell’adulto, determinata dall’esperienza che la vita ci ha donato, ma lo sguardo e lo stupore del bambino che vive in noi, che ci permetterebbe di stupirci delle cose più semplici. Il gioco é vita, ed é meraviglioso e salutare ad ogni età ed in ogni sua forma.