Ultimenews.info: Gentile El Rhalmi Abdelghani, lei è Presidente del centro culturale islamico Mohammed VI sito in Via Genova 268 a Torino, dal 10 marzo è in corso il Ramadan che proseguirà fino al 9 aprile, può spiegarci se la cadenza è sempre la stessa, le origini e quale valore ha per voi il digiuno nel corso di questo periodo?

El Rhalmi Abdelghani: “Salve Dott.ssa e grazie per l’interesse mostratoci.
Partiamo col dire che il mese sacro di Ramadan è un mese che fa parte del calendario islamico/lunare composto di 355 giorni, quindi rispetto al calendario gregoriano ha 10 giorni in meno.
La cadenza del mese quindi non è sempre la stessa, ogni anno il mese di Ramadan slitta di 10 giorni indietro.
Le origini provengono essenzialmente dall’attitudine del Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di Lui) di ritirarsi presso la grotta di Hira e meditare sul creato, specialmente in questo mese per noi molto importante nella quale è scesa la Rivelazione del Corano tramite l’Arcangelo Gabriele (Jibril, pace su di Lui). Il digiuno nel corso di questo periodo ha un valore spirituale, non è di certo il mese per dimagrire fisicamente e non deve essere concepito come tale.

E’ un mese di avvicinamento a Iddio (Allah) attraverso la preghiera, oltre alle 5 preghiere quotidiane infatti durante questo mese abbiamo la preghiera di Taraweeh (composta da 11 unità di preghiera), attraverso il digiuno dalle cattive abitudini (parolacce, comportamento scorbutico, etc) e un’innalzamento e rinnovamento spirituale che porta i fedeli a migliorare il proprio “status spirituale”.
Si può infine dire che sebbene lo stomaco durante questo periodo tra alba e tramonto è vuoto, quindi decresce il voler mangiare, accresce invece l’amore verso il prossimo, l’Amore per Allah (Sia Egli Lodato e Glorificato)”.

Il Ramadan può sembrare sacrificio ma per noi é una festa

Ultimenews.info: Cosa vi è possibile mangiare e dopo quale orario? Cosa invece non è possibile fare nel corso del Ramadan, si tratta dunque “solo” di una purificazione alimentare che riveste chiaramente un sacrificio spirituale oppure ci sono anche altri limiti in questi 29/30 giorni?

El Rhalmi Abdelghani: “Il digiuno giornaliero inizia dall’alba e termina al tramonto, come accennato sopra. Bisogna tener conto che già il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di Lui) ci ha consigliato di saziare ⅓ del nostro stomaco e quando ci si approccia a tavola spezzare il digiuno con 3 datteri e un bicchiere di acqua o latte (questa azione fa parte dell’insieme delle pratiche Profetiche a cui dobbiamo attenerci, chiamata Sunnah). In merito a quello che possiamo mangiare ovviamente tutto tranne consumare carne suina e alcool, in base invece alla tradizione culturale di provenienza ci sono vastissimi piatti. Tra i piatti tipici marocchini si possono trovare ad esempio : chebakia, tajine, batbout, bastila, briwet etc.

Quello che non possiamo fare durante le ore del digiuno sono : fumare, bere alcool, avere rapporti sessuali, mangiare, bere (anche l’acqua), assumere medicinali poiché questi sono invalidanti del digiuno e quindi bisogna provvedere a recuperare il giorno perso. Non è soltanto un mese di digiuno dal cibo e dalle bevande per un determinato periodo di tempo ma è anche un digiuno dalle parolacce, dall’invidia e da altre “malattie” del cuore.

Il mese di Ramadan è come una medicina per noi musulmani, un toccasana che ci rende più umili, misericordiosi, altruisti, ci porta arricchimento attraverso la lettura del Sacro Corano, attraverso le preghiere, apparentemente sembra un sacrificio ma per noi è una festa!

Ramadan e la scuola: le polemiche sul digiuno nelle scuole primarie, da quale età é d’obbligo?

Ultimenews.info: Il Ramadan come ogni anno porta con sé curiosità e polemiche, in alcune scuole primarie i presidi si sono detti contrari al digiuno per i bambini così piccoli, facendo notare come questi rischino non solo di essere eccessivamente stanchi e nervosi nel corso delle lezioni, ma anche di essere esclusi da alcuni momenti di condivisione come la “mensa”. Per questa hanno invitato i genitori ad andare a prendere i propri figli a scuola in orario di pranzo e poi a riportarli per il pomeriggio proprio per evitare di mettere il vassoio pieno dinanzi ai bimbi che praticano il Ramadan. Giusto per comprendere meglio, ci spiega da quale età è “obbligatorio” il Ramadan e cosa accade a quanti non le la sentono di seguirlo o nel corso interrompono perché non hanno le forze per proseguire?

El Rhalmi Abdelghani: L’osservanza di questo pilastro della religione viene osservato dall’inizio della pubertà in poi, prima non è doveroso per i bambini fare il digiuno (ci sono chiaramente eccezioni che per curiosità e per un “mettersi alla prova” fanno il digiuno prima dell’età pubere).

Chi non se la sente di seguirlo purtroppo cade in un grave errore di inadempimento di questo importante pilastro religioso che deve essere corretto da sé stessi prima dell’avvento del nuovo Ramadan

Ramadan, quali le categorie ‘autorizzate’ escluse?

Ultimenews.info: Sono escluse da questa pratica alcune categorie maggiormente fragili? Se abbiamo compreso bene non è consentito nemmeno bere nel corso della giornata, può spiegarci per quale ragione?

El Rhalmi Abdelghani: “Ci sono casi in cui si è totalmente esonerati : bambini troppo piccoli, donne in gravidanza, donne durante il ciclo, persone con malattie ad esempio il diabete e anziani.
Per il viaggiatore invece è possibile non digiunare per il numero dei giorni di viaggio.

Nei casi esonerati di cui sopra si dona un pasto ad un povero e si possono recuperare i giorni persi dopo la festa di fine Ramadan (Eid Al Fitr).
Per quanto riguarda l’acqua e il non bere neanche un sorso di essa lo si fa per rispettare il digiuno fatto dal Profeta Muhammad (pace e benedizione su di Lui).

Per noi praticare il Ramadan ed insegnarlo anche ai più giovani é un modo per prepararci e prepararli alla difficoltà della vita, ci permette di avere nelle avversità una resistenza maggiore e soprattutto ci fa apprezzare le cose che abbiamo, spesso la vita frenetica non ci permette di accorgerci di quanto siamo fortunati, il Ramadan serve anche a rallentare i tempi.

Caso di Pioltello (MI), giusto chiudere la scuola per la fine del Ramadan: inclusione o finto modernismo?

Ultimenews.info: Altra polemica invece è sorta in una scuola a Pioltello, a Milano, ove è stata prevista la chiusura della scuola nel giorno di fine Ramadan, per alcuni si tratta di rispetto per i tanti ragazzi musulmani che frequentano quell istituto, per altri è parso eccessivo, una sorta di finto modernismo. Lei cosa ne pensa al riguardo, è favorevole o teme che questa scelta potrebbe essere vissuta da chi è di fede diversa come una sorta di discriminazione al contrario?

El Rhalmi Abdelghani: “Penso personalmente che il caso di Pioltello sia un caso di forte altruismo nei confronti dei ragazzi di fede musulmana che frequentano l’Istituto. Non credo affatto che sia una discriminazione al contrario da chi è di fede differente anche perché è giusto ricordare che lo Stato Italiano si reputa Stato laico e quindi non affiliato ad una precisa fede proprio per garantire a tutti, in modo universale, la possibilità di esprimere la propria fede, sia privatamente che pubblicamente purché rispetti il buon costume.

Venire incontro all’altro non significa “calpestare” le proprie festività ma garantire uguaglianza anche a persone che seguono altre confessioni religiose.

Mi rincuora molto questo coraggio di un preside di chiudere il suo istituto per quel giorno specifico, è un raggio di speranza per la tolleranza e il rispetto“.

Ringraziamo moltissimo El Rhalmi Abdelghani per la disponibilità al confronto e per il tempo dedicatoci, é per ‘averci aperto le porte’ al Ramadan, ossia averci permesso di capire qualcosa in più su pratica, origini, divieni e significato. Io ho colto in questa pratica religiosa e dalle parole di El Rhalmi , con cui più volte ho dialogato in questi giorni, un significato davvero profondo. Riuscire a seguire 1 mese di Ramadan non é certo cosa facile, specie per chi lavora e per i ragazzi stessi che devono tenere alta l’attenzione a scuola, ma riuscire in questo, tempra, aiuta a non arrendersi, sembra quasi una ‘palestra’ di vita, ci si prepara alle avversità, alle difficoltà ed alla fine del Ramadan, si fa festa, perché si é riusciti nell’intento, metaforicamente é come se dalle difficoltà della vita si fosse riusciti ad uscirne più forti di prima, purificati e pronti ad un nuovo inizio, con occhi più grati al mondo. A mio avviso, per come ho vissuto questa testimonianza di una fede non mia, una grandissima lezione di vita anche per i ragazzi più giovani, oggi molto poco dediti al sacrificio e quasi certi che tutto sia loro dovuto, forse sarebbe bene imparare dai musulmani questa grande attenzione al sacrificio ed alla rinascita spirituale, credo che fermarsi così attentamente sul significato della vita e sulle meraviglie, che diamo per scontate, potrebbe risolvere molti problemi che spesso attanagliano le nuove generazioni. Il Ramadan mi pare quasi, letto in chiave diversa, un inno alla vita, riuscire negli stenti della fame e della sete, che chi pratica il Ramadan certamente avverte, a cogliere il vero significato di quanto si possiede al fine di non dimenticarlo mai.

Per chi avesse altre curiosità, volesse dare una lettura diversa, o volesse lasciare un commento può farlo nella sezione ‘commenti’ dedicata, sempre nell’ottica del massimo rispetto verso gli altri e del confronto costruttivo.

Di Erica Venditti

Erica Venditti, Classe 1981, giornalista pubblicista dal 2015. Ho conseguito in aprile 2012 il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.