Giovanni Gravili, Presidente dell’Associazione I Nodi d’amore e responsabile della disabilità dei gruppi parlamentari di Forza Italia, torna a puntare l’attenzione sul riconoscimento della figura del caregiver, purtroppo il tema oggi è più che mai attuale a seguito di una vicenda triste, di cui vi avevamo già parlato in passato.
Ci riferiamo alla storia di Maila Pigliapoco e Antonio Brocani, vittime purtroppo di un welfare italiano attualmente poco tutelante nei confronti di quanti non solo soffrono di patologie molto gravi, il Signor Antonio é affetto dal 2010 dalla SLA , sclerosi laterale amiotrofica, ma si sentono completamente abbandonati al loro destino.
Quando il Signor Antonio verrà a mancare, la moglie non solo dovrà affrontare il dolore della perdita, ma anche una condizione economica davvero disperata, in quanto la Signora Maila per poter supportare nelle cure domiciliari e affettive il proprio compagno di vita ha dovuto abbandonare il suo lavoro full time nel lontano 2011, da allora pur avendo maturato ben 34 anni di servizio e di contributi versati, non ha attualmente i requisiti per poter accedere ad una qualsivoglia forma previdenziale.
Il problema evidenzia affranto e basito Gravili, che da anni porta avanti questa battaglia come referente per le disabilità è che: “Il caregiver pur essendo una figura fondamentale nella vita di un disabile, o di chi è afflitto da una malattia degenerativa, o di una persona che si ammala gravemente in modo improvviso, non è una figura riconosciuta. Non è una figura tutelata e non ha purtroppo diritto ad uno stipendio per il duro lavoro, per giunta usurante, che svolge. Un lavoro che non solo impedisce di fare altro, perché il vero caregiver si dedica completamente al proprio caro, ma non gli garantisce, paradossalmente alcuna fonte di reddito e di conseguenza nessuna pensione futura. Viene visto, dal nostro welfare, come un servizio scontato, senza pensare che chi si adopera per un proprio caro malato, deve affrontare non solo un sacrificio in termini di tempo, ma deve affrontare un carico emotivo di inestimabile valore”.
La Signora Maila, procede Gravili, un domani come potrà mantenersi? Dal momento che nessuno le ha riconosciuto, nemmeno a livello figurativo, questi 12 anni di servizio h 24 nei confronti del marito, non potrà accedere alla propria quiescenza fino all’età di 67 anni, ma di anni oggi ne ha soli 63?
Questo è un problema davvero spinoso che va assolutamente risolto, non è più pensabile che nel 2023 non venga riconosciuto al caregiver uno stipendio mensile per il lavoro enorme che fa sgravando non di poco la sanità e i centri specializzati. Il ruolo di queste persone non solo andrebbe valorizzato, essendo fondamentale nella società, ma riconosciuto ai fini reddituali prima e previdenziali dopo.
Per mettere ‘una pezza’ alla gravissima mancanza avuta nei confronti di Maila, ma di tante altre persone che vivono quotidianamente la stessa situazione di abbandono, il Governo dovrebbe quanto meno riconoscere i contributi figurativi o un bonus di 6 mesi per ogni anno di vita con un disabile alle persone prossime alla pensione. In questo modo Maila potrebbe almeno concedersi il meritato riposo dopo 34 anni di lavoro effettivo in un’azienda e di 12 anni di dedizione alla cura del marito. In totale la signora ha sulle spalle ben 46 anni di lavoro, crediamo dunque che abbia diritto alla più che meritata pensione.
Non resta che sperare dice Giovani Gravili, che parla in rappresentanza di Forza Italia, che nel tempo la disabilità venga riconsiderata come tematica e venga vissuta e portata ai tavoli di confronto in modo diverso, la strada è irta ed in salita, ma insieme, se davvero si volesse dare un segno di cambiamento, a piccoli passi, partendo appunto dall’istituzione di una commissione ad Hoc per i caregiver, si potrebbe aiutare chi svolge questo compito con dedizione ed amore da anni.
Il sostegno delle istituzioni ed un riconoscimento economico potrebbero certamente aiutare e supportare il grande carico di responsabilità che queste persone vivono abitualmente sulle loro spalle, spesso sentendosi sole ed abbandonate ai loro problemi.
Dalla nostra, chiude Gravili, saremo al fianco della Signora Maila in ogni modo affinché il Governo la tuteli e non l’abbandoni a sé stessa”.
A cura di Erica Venditti
Responsabile Ufficio Stampa Associazione I nodi d’Amore
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