Il piano strategico quadriennale, 2021-2024, Piano 24 SI, l’acronimo sta per Sustain & Innovate era stato ideato per crescere sulle solide basi del Piano Deliver22, ed il consiglio di Amministrazione di Poste Italiane, presieduto da Maria Bianca Farina, lo aveva approvato in data 18 marzo 2021.

Lo scopo del piano, col progetto PCL, Posta, Comunicazione e Logistica, prevedeva una rimodulazione organizzativa orientata al prodotto pacchi anche a causa della progressiva riduzione della posta tradizionale e alla contestuale crescita del mercato dell’e-commerce, si rendeva dunque fondamentale attuare delle metodologie operative nei filoni tradizionale di smistamento, logistica, ripartizione e recapito.

Nel piano si evidenziano tre direttrici di intervento da parte dell’azienda Poste Italiane: accentramento lavorazioni interne, smistamento e recapito.

Ma purtroppo come sindacato FAILP CISAL, ci dice Giuseppe Silvio l’Abbate, Responsabile della segreteria Regionale Puglia, dobbiamo evidenziare che la riorganizzazione del settore recapito in alcune zone non sta funzionando, sulla provincia di Bari, BAT e su quella di Lecce, che stanno implementando in maniera cadenzata il progetto, infatti pare non esserci condivisione di intenti tra noi, organizzazioni sindacali e l’azienda .  

Se mentre all’inizio, ci dice affranto Giuseppe Silvio l’Abbate, eravamo solo Failp Cisal e Uil Poste a manifestare perplessità nei confronti dell’azienda e del suo modus operandi ora nel territorio di Lecce siamo arrivati nell’ultima riunione ad essere 5 organizzazioni sindacali su 6 ad avere perplessità e a non firmare gli accordi di monitoraggio, solo un’organizzazione ha dato il proprio benestare all’Azienda. Poste Italiane potrebbe proseguire per la propria strada, ma certamente che 5 organizzazioni sindacali si siano dette contrarie a come si sta procedendo è un segnale forte, specie a tutela dei lavoratori che operano in Poste italiane.

Le organizzazioni sindacali, in particolare la UIL Poste e la Failp Cisal, hanno modificato la loro posizione nei tavoli di monitoraggio della riorganizzazione nel settore del recapito. La Failp Cisal ha deciso di non firmare i verbali di monitoraggio a causa della mancanza di volontà aziendale nel condividere i dati raccolti durante la sperimentazione del progetto. Inoltre lamentiamo l’impossibilità di correggere le difficoltà territoriali durante l’applicazione progressiva della riorganizzazione. L’azienda dal canto suo si ostina a sostenere che quanto concordato con le OO.SS. centrali e ratificato dal comitato nazionale RSU non richieda ulteriori azioni.

Peccato che siano emersi sia su Bari, quanto su BAT, che su Lecce dei problemi comuni: ossia mancanza di personale stabile, in particolare mancano moltissimi portalettere, a cui si cerca di rimediare mettendo in campo modalità di assunzioni temporanee altamente discutibili: contratti a tempo determinato e quindi personale inesperto. Manca poi anche per chi è già lavoratore da tempo in Poste Italiane una formazione specifica che possa anche aiutare i lavoratori nel passaggio alle nuove metodologie, perché ovviamente un ritardo nella formazione comporta che il progetto stesso possa essere compromesso, e questo è proprio quello che sta emergendo dai tavoli di monitoraggio.

Sulla questione l’Abbate in quanto responsabile della segreteria regionale della FAILP Cisal Puglia, ci spiega: “La FAILP Cisal Puglia non firma alcun verbale di incontro, poiché l’Azienda non ottempera agli accordi regionali del 26 Gennaio 2023. Sono state Evidenziate criticità logistiche e di sicurezza al tavolo di monitoraggio come Il persistente problema della mancanza di portalettere, compensata con l’assunzione di personale a tempo determinato non esperto. Affinché si possa procedere nella stessa direzione chiediamo alcuni correttivi ed alcune implementazione a stretto giro, ad esempio mettere in campo subito la fase di formazione degli addetti alle lavorazioni interne (ALI) e dei portalettere perché questo forte ritardo, compromette la corretta attuazione del progetto. Inoltre muoviamo anche una critica nei confronti dei tavoli di monitoraggio. Come FAILP Cisal Puglia ribadiamo l’inutilità degli incontri preliminari se limitati a una liturgia delle relazioni industriali, anziché a un confronto reale sulla corretta implementazione del progetto.

Inoltre mi preme segnalare che a seconda della Provincia in cui avvengono i tavoli di monitoraggio e come se esistessero due pesi e due misure per dare il benestare all’azienda da parte del sindacato, in quanto i problemi sono i medesimi, per fare un esempio, su Lecce e Bari, ma su Lecce 5 organizzazioni sindacali su 6 si oppongono alla firma, mentre a Bari 4 organizzazioni su 6 accettano di buon grado la riorganizzazione recapito messa in atto da Poste Italiane seppur dal tavolo di monitoraggio emergano evidenti criticità in entrambe le province. Allora ci si chiede si tratta solo di sensibilità differenti da parte dei segretari territoriali che ovviamente sono persone diverse su Lecce e Bari o siamo di fronte a qualcos’altro che ci sfugge e che qualcuno dovrebbe avere il coraggio di spiegarci? Ci saremo aspettati la stessa presa di posizione da parte delle organizzazioni sindacali sia nella provincia di Lecce che in quella di Bari, tant’è che la Failp Cisal, che rappresento, e UIL Poste, per coerenza, hanno mantenuto la stessa decisione non firmando.

Purtroppo ci dice: “La riorganizzazione del settore recapito di Poste Italiane in Puglia, è inutile girarci intorno, è affetta da difficoltà e mancanze significative. La collaborazione tra Azienda e OO.SS. risulta essenziale per affrontare le criticità emerse e se si vuole veramente garantire una corretta implementazione del progetto che porti vantaggi all’azienda, al cittadino fruitore del servizio ed ai lavoratori stessi, in caso contrario il progetto per quanto meritevole avrà fatto purtroppo ‘un buco nell’acqua’.

Se aggiungiamo che durante un incontro del 15 febbraio tra l’AD di Poste Italiane, Matteo Del Fante, e i Segretari Generali delle OO.SS., è emerso che la privatizzazione di Poste Italiane è “slegata” dal piano industriale, contrariamente a quanto sostenuto da altre organizzazioni sindacali durante le assemblee sindacali per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, è più che evidente la confusione sulle posizioni e ci chiediamo: Si tratta di incapacità nel leggere la situazione o di malafede?

Inoltre, chiude l’Abbate perplesso, Del Fante ha menzionato un’evoluzione logistica con un’aggressione del territorio sull’ultimo miglio, offrendo nuovi servizi a grandi aziende e anche nel settore sanitario alle ASL.  In chiusura abbiamo un’ultima domanda: La riorganizzazione del settore non rischierà per l’ennesima volta di essere modificata nonostante ancora non si sia ultimata quest’ultima? Perché è inutile, a nostro avviso, aver investito in questa implementazione ed in questi progetti se poi non si porrà fine a questa riorganizzazione tanto voluta per lasciare spazio ad un’altra, e poi magari ad un’altra ancora. Siccome in passato è già avvenuto che avvenissero nuove riorganizzazioni a fronte delle precedenti non concluse, ci viene da dire che ‘sbagliare è umano, ma perseverare sarebbe davvero diabolico’ per tutti: per i lavoratori dell’azienda, che non riescono mai a stare al passo, per i cittadini e per noi Organizzazioni che siamo esausti di riorganizzazioni a metà

A cura di Erica Venditti,

Ufficio Stampa FAILP Cisal Puglia

Di Erica Venditti

Erica Venditti, Classe 1981, giornalista pubblicista dal 2015. Ho conseguito in aprile 2012 il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.