Il problema della movida torinese è un argomento sempre più sentito nella nostra città. Per questa ragione Simone Fissolo, classe 1989, eletto Consigliere Comunale per la lista civica dei Moderati, ha colto l’occasione per parlarne in modo approfondito nel corso del suo primo intervento in Consiglio Comunale che si è tenuto il 29 novembre scorso. Durante l’intervento Fissolo ha reso note anche le soluzioni adottate dall’Europa, specificando che sarebbe davvero riduttivo continuare a pensare alla movida unicamente correlando tra loro, come è spesso uso comune nell’immaginario collettivo, le due parole “giovani” e “rumore”. La movida è un fenomeno complesso, comprende più aspetti che non possono e non devono essere sottovalutati da chi intende dare voce alle lamentele dei cittadini. Ci sono cittadini esausti per gli schiamazzi e per il disordine notturno che imperano nelle zone in cui abitano a cui il Comune deve fornire risposte esaurienti che possano far comprendere che la movida in realtà non è solo questo e che, se gestita in modo corretto può avere anche una valenza positiva di aggregazione e socialità.

Riportiamo alcune parti salienti del discorso: “La sentenza 1261/2021 del 15 marzo 2021 del Trib Di Torino in cui il Comune viene chiamato in causa dai cittadini proprio per la mala-movida recita “Insomma, dal 2013 a oggi nulla è cambiato.” Prima del 2013 in realtà cosa è accaduto? Grazie a un breve excursus temporale, Fissolo evidenza alcuni punti di svolta: “Le olimpiadi del 2006 con la riqualificazione di San Salvario, la legge Bersani sulle liberalizzazioni del 2007, la chiusura dei Murazzi nel 2012. Dopo il 2013, invece, non ci si può dimenticare degli attentati terroristici a Parigi nel 2015, della tragedia di Piazza San Carlo nel 2017 e del Covid-19 nel 2019”

Fissolo fa notare come la storia di Torino sia, volente o nolente, intrecciata con quella dell’Europa e del mondo; proprio per questo motivo va tenuto in considerazione come, alla luce degli ultimi fatti storici, sia cambiata la gestione della sicurezza da parte delle amministrazioni. Purtroppo, dopo la tragedia di Piazza San Carlo nel 2017, è calata la fiducia nella gestione degli eventi cittadini. A seguire, sono diminuite le opportunità di godere dell’offerta culturale e commerciale a causa della pandemia da Covid-19.

“Se nulla è cambiato nel quartiere di San Salvario secondo il Tribunale di Torino, non possiamo dire lo stesso per Piazza Santa Giulia e per Borgo Rossini tra via Reggio e Lungo Dora Firenze” procede Fissolo. “Tra il 2016 e il 2021 il Gruppo Consiliare dei Moderati si è occupato, infatti, del tema della gestione della vita notturna torinese rivolgendo 7 interpellanze alla Giunta della passata amministrazione: 5 relative a Vanchiglia, 1 relativa a Borgo Rossini e 1 relativa a San Salvario”

Purtroppo, continua Fissolo, la sentenza del Tribunale di Torino, che condanna il Comune per “aver intrapreso una politica sbagliata di gestione del territorio, per aver adottato provvedimenti privi di efficacia contenitiva dei rumori e per aver omesso di vigilare nel quartiere di San Salvario” alla somma di euro 1.243.854,31, pone oggi il Consiglio non solo a dover riconoscere che le ordinanze di questi ultimi anni sono state insufficienti, ma fa riflettere sull’idea che si ha relativamente alla città ed ai servizi offerti.

Movida non è solo la mala-movida, fa intendere nel suo articolato discorso. Movida è anche aggregazione, cibo, socialità e benessere, aspetti spesso offuscati dal rumore e dalla musica.

Per questo ribadisce: “la sentenza dichiara che la città ha pensato solo ai commercianti e ai giovani a discapito del riposo, ma questo non è del tutto corretto”. Da un lato, fa notare, il riposo notturno è stato disturbato, e su questo indubbiamente si deve migliorare, perché è giusto che i cittadini residenti che non partecipano alla vita notturna possano liberamente dormire nelle stesse ore in cui questa avviene. Dall’altro lato i commercianti non possono essere considerati solo meri venditori di bevande, in quanto sono anche proprietari di luoghi di aggregazione fondamentali alla socialità, che come ben sappiamo è fonte di benessere, specie per i giovani, e nulla più del Covid 19 poteva rimarcare l’importanza della stessa nei periodi di lockdown.

Faremmo bene a prender a riferimento realtà europee come Parigi – continua Fissolo –  le quali hanno lavorato a una guida metodologica alla politica pubblica della vita notturna insieme al Forum Europeo per la Sicurezza Urbanapensare globale, agire trasversale”. Ecco perché, conclude: “la task force interassesorile sulle POLITICHE DELLA NOTTE, che ha visto partecipare alla riunione l’assessora alle Politiche per la sicurezza, Gianna Pentenero, l’assessora alle Politiche giovanili, Carlotta Salerno, l’assessora alle Politiche per l’ambiente, Chiara Foglietta, e l’assessore al Commercio, Paolo Chiavarino, va nella direzione giusta e avrà tutto il nostro sostegno perché un tema così complesso va affrontato in sinergia. In particolare, la ricognizione di tutti gli spazi cittadini decentrati dove innestare progettualità di natura aggregativa giovanile. Aumentare l’offerta giovanile, dislocando i luoghi del divertimento in più posti nella città significherà un vero miglioramento della qualità della vita per tutte e tutti”.

Di Erica Venditti

Erica Venditti, Classe 1981, giornalista pubblicista dal 2015. Ho conseguito in aprile 2012 il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.