Green pass e lavoro: come conciliare libertà individuale e collettiva?

La tematica relativa al Green Pass continua a far discutere, specie da quando le restrizioni sono diventate maggiori e lo stesso é divenuto vincolante per potersi recare al lavoro. Molti cittadini, contrari al vaccino e ancor più alla gestione politica dello stesso, trovano che sia stata lesa la loro libertà individuale di scelta, in quanto il vaccino resta ufficialmente non obbligatorio, ma in fin dei conti il green pass é necessario per svolgere molte attività, compreso appunto entrare nei luoghi di lavoro. Il Governo dalla sua risponde che esiste l’alternativa ossia i tamponi, ma essendo il più delle volte a carico del lavoratore, questa spesa é vissuta come una discriminazione tra chi ha deciso liberamente di fare il vaccino e chi non vuole farlo.

Ma la questione, come opportunamente fa notare l’economista Claudio Maria Perfetto, é un’altra: come si possono conciliare tra loro la libertà individuale e quella collettiva? La tematica è molto complessa, perché tocca, ci dice, il diritto inviolabile della libertà dell’individuo e il diritto fondamentale di tutelare la salute della collettività. Sono due diritti, puntualizza in sede di confronto, che si influenzano reciprocamente, e che vanno adeguatamente tarati in modo che i comportamenti cooperativi (tra individuo e collettività) prevalgano sui comportamenti competitivi. Solo su un punto lo stesso Dott. Perfetto nutre delle perplessità in termini di possibili effetti discriminatori: “Mi sfugge il razionale su cui il Governo si basa per rendere, da un lato, obbligatorio il green pass per lavorare, e, dall’altro, facoltativa la vaccinazione anti Covid. In tal modo si evidenzia una diversità di trattamento tra lavoratori e pensionati. I pensionati diventano “più liberi” dei lavoratori. Per il resto sebbene il Dott Perfetto non sia un costituzionalista né un giurista, fa un’analisi approfondita che merita giusta attenzione per gli spunti di riflessione a cui porta nella sua articolata disamina, che qui vi riproponiamo. Forse in fondo, fa intendere, si sarebbe potuta evitare, con semplici mosse, tutta questa bagarre intorno al Green pass. Vi lasciamo al suo elaborato:

Green pass e lavoro: come si poteva evitare tutta questa bagarre?

Ognuno di noi ha sperimentato, almeno una volta, di trovarsi in coda per uscire dall’autostrada. Sulla nostra sinistra vediamo sfrecciare un’auto, e pensiamo che andrà diritto, mentre invece rallenta, mette la freccia, volta a destra e si inserisce nella nostra stessa coda, andando ad occupare uno spazio lasciato libero un po’ più in là tra un’auto e l’altra. Sono in molti ad agire in questo modo, anche se senza l’intenzione di “saltare la fila”, col risultato però che chi è già in coda vede allungarsi i tempi di attesa per uscire dall’autostrada.

Quest’esempio tratto dalla nostra esperienza evidenzia come gli individui non tengono in debita considerazione gli effetti che le loro decisioni possono avere sugli altri individui.

Chi sceglie di non vaccinarsi contro il Covid non tiene in debita considerazione l’effetto che la sua decisione potrebbe avere sugli altri nel caso venisse contagiato. Non tiene conto, per esempio, che il suo ricovero in ospedale potrebbe privare un altro paziente del posto letto (un malato di cancro, per esempio, in attesa di ricevere la sua terapia e costretto a rinviarla). Non tiene conto che il contagio si diffonde secondo una legge di tipo esponenziale, per cui tende a saturare in breve tempo le risorse sanitarie (posti letto, medici, infermieri) con la conseguenza che, raggiunto il livello di saturazione delle risorse, ci si potrebbe trovare nella necessità di decidere chi accettare di ricoverare e chi respingere (chi far vivere e chi lasciar morire).

Ognuno di noi ha sperimentato cosa accade quando il numero di contagiati sale e s’impenna: si chiude tutto, si va in lockdown. L’economia si ferma: si fermano i consumi, si ferma la produzione, si riduce il personale. Si perde il lavoro.

Per non perdere il lavoro occorre evitare il lockdown. Per evitare il lockdown occorre evitare di mettere sotto pressione le strutture sanitarie, e quindi evitare che il numero di contagiati aumenti in maniera esponenziale. Per evitare la crescita esponenziale del numero di contagiati Covid occorre vaccinarsi contro il Covid (il che non significa non venire più contagiati; ma significa che l’organismo del contagiato, grazie alla vaccinazione, è in grado di elaborare una risposta al contagio tale da poter evitare il ricovero ospedaliero).

Green pass e lavoro: quando la libertà personale limita la libertà della collettività: interviene la Costituzione Art 32 e 2

La libertà dell’individuo di scegliere di non vaccinarsi va rispettata, ma espone la società a rischio lockdown, limitando quindi la libertà della collettività. La libertà della collettività va garantita, per continuare a produrre beni e servizi, e quindi si tende a limitare la libertà di scelta dell’individuo. Sorge un dilemma sociale: come conciliare libertà individuale e libertà collettiva che tendono a limitarsi reciprocamente?

Quando Governo e cittadini si incamminano per vie diverse (come nel caso dell’obbligatorietà del  green pass per poter lavorare), la Costituzione italiana diviene la via maestra.

L’articolo 32, per esempio, recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. La tutela della salute è quindi un diritto fondamentale tanto dell’individuo quanto della collettività. Se il Governo ritiene di dover tutelare la salute dell’individuo nell’interesse della collettività (una sorta di TSO – Trattamento Sanitario Obbligatorio – esteso a tutti), allora potrebbe agire tramite disposizione di legge. Quindi: il Governo potrebbe rendere obbligatoria la vaccinazione anti Covid (l’obbligatorietà del green pass per lavorare ne deriverebbe come conseguenza).      

L’articolo 2, invece, recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Diritti e doveri vanno miscelati nella consapevolezza che la libertà dell’individuo (diritto inviolabile) termina laddove inizia la libertà di un altro individuo (dovere inderogabile), per trasformarsi in libertà collettiva (meno libertà per ognuno e più libertà per tutti).

Quindi: o si sceglie di non vaccinarsi e si vive con più gradi di libertà ma isolati dalla società (e dal lavoro), oppure si sceglie di vaccinarsi e si vive nella società ma con meno gradi libertà

Non possiamo che ringraziare il Dott Perfetto per averci dedicato del tempo e per la solita capacità di scendere nel dettaglio pur utilizzando un linguaggio chiaro e semplice, corredato anche di esempi relativi a fatti quotidiani, che permettono a chiunque di comprendere maggiormente a fondo quanto parrebbe complesso. Voi dalla vostra cosa ne pensate delle considerazioni, le condividete?

  

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