“Cos’è l’amore?” Le chiese d’un tratto mentre lo sguardo si perdeva nel cielo stellato d’agosto, quella notte in cui le lacrime di San Lorenzo solcano la volta celeste partendo dalla costellazione di Perseo e donando la speranza che i desideri più profondi si possano realizzare per loro intercessione.
“Penso che l’Amore sia donare”.
“Non mi è chiaro” le rispose “aiutami a capire meglio”.
“Vedi, quando pensi ad una persona così intensamente da occupare tutti gli spazi del tuo tempo e della tua mente, quando fai qualsiasi cosa perché un sorriso possa solcare il suo viso, quando lo stomaco ribolle guardando quella fotografia del suo volto e dimentichi tutto fino ad essere disposto a rinunciare a te stesso per la sua realizzazione, quando ogni sua lacrima è un graffio che fa sanguinare il tuo cuore… ecco, quando tutto ciò accade, allora forse hai appena cominciato a capire cosa sia l’Amore.”
Solo lassù, sulla collina lontana dalle luci dei palazzi e dei lampioni, da dove si dominano la città ed i suoi forti bagliori, il cielo si rivela nella sua meraviglia blu, quasi nera, costellata da puntini pulsanti di luce cosmica.
“Insegnami ad amare”, le disse.
“Non si può insegnare ad amare, ma si può imparare a farlo”, rispose.
“E come?”
“Lasciando che la paura del buio, si trasformi nella meraviglia di un cielo stellato.” Un astro luminoso solcò il cielo. Si guardarono. La baciò. Era pronto a donarle il suo cuore. E non avrebbe potuto desiderare altro.