Il sole esiste per tutti di M.B. Writer

Dio solo sa quanto odio i primi appuntamenti.

Un cumulo di inutili convenevoli, discorsi fini a se stessi nel tentativo di farsi una buona pubblicità, momenti di imbarazzanti silenzi e frequenti sguardi all’orologio con quella lancetta che sembra scorrere più lenta del solito.

Non parliamo poi dei preparativi, cazzo mi metto, dove cazzo la porto, cosa cazzo facciamo minimo due ore assieme?

Ma chi me lo fa fare di perdere tempo con sta sconosciuta, fanculo, me ne sto buono in albergo, c’è pure la partita in tv, ho centosettantanove mail lavorative da leggere, nel frigobar ho adocchiato una birretta e grazie a Dio mi hanno riservato una stanza fumatori.

Dovrei forse rinunciare a tutto sto paradiso per andarmi a frantumare le palle fuori?

Che poi siamo a febbraio e fa anche un freddo cane, no non se ne parla.

E’ quasi il momento di mandare il messaggio canonico: “Scusami, imprevisto di lavoro, mi spiace un sacco, stasera non ci sono, appena riesco ti scrivo e recuperiamo!”

L’ho salvato nelle bozze ormai data la frequenza con la quale disdico ogni genere di appuntamento fissato nei giorni precedenti.

Prendo il telefono in mano e inizio a digitare:

“Allora per stasera? A che ora ci sei?”

Oddio.

Questo non era previsto. Cazzo cazzo cazzo.

“Alle 20 sono dalle tue parti, a dopo!”

Non comando nemmeno più il mio cervello, non erano questi i piani, ho rovinato il copione, ma ormai non ho scelta.

Alle 20 in punto comincia quello che a tutti gli effetti poteva essere un supplizio autoinflitto senza una logica particolare, in un lunedì qualsiasi di un anonimo febbraio.

Ma il sole esiste per tutti, anche per me.

Bionda, bella, fottutamente bella, con due occhi più grandi del mio pugno.

Sorrido, lei sorride.

Nella mia testa nessun pensiero, anche i miei occhi sorridono, una volta tanto. “Andiamo a mangiare qualcosa” E in un attimo si concretizza la cena del primo appuntamento, ma io non me ne rendo conto, o meglio, non vivo tutto come fosse una piaga d’Egitto.

Cazzo sta succedendo?

Ma è possibile che ci conosciamo da solo un’ora?

Da dove nasce tutto ciò?

E poi un’ora?? E’ già passata un’ora??

Giochi di sguardi, continui, ti piace guardarmi, a me piace guardarti, non smettiamo di fissarci manco per un attimo, sai che hai fatto centro, so di aver fatto centro.

Ti distrai un secondo e ti prendo la mano, il tuo viso è rilassato, sereno, felice.

Io continuo a non pensare a nulla, è tutto naturale, tutto spontaneo, tutto talmente raro da sembrarmi nuovo.

“Scriverai di me?”

“Non lo so, dovrei?”

“Mi piace leggerti”

A me piaci tu, pensai in quel momento, ma mi limitai a sorridere.

Usciamo dal locale, siamo insieme da più di due ore e mi sembra di conoscerti da una vita.

Ti prendo il viso fra le mani, tra una parola e l’altra ti bacio, senza nemmeno fermare il cammino.

Sei tu a fermarmi, mi abbracci, mi rendi il bacio in modo convinto, deciso.

Da lì in poi parole, baci, parole, baci e ancora baci. Ti voglio, mi vuoi, è percettibile, lo sappiamo entrambi ed entrambi faremmo l’amore in quel momento.

Ma è il primo appuntamento e tutto quello che sta succedendo è quasi una novità, la mia faccia di merda stasera l’ho riposta in stanza.

Stasera siamo già Noi, ed io che di solito vado in giro con il mio ego(ismo) mi trovo spiazzato, perché stasera è diverso, non lo meriti, non lo meritiamo. Non vogliamo separarci ma arriva il momento di provarci, torniamo verso l’albergo, tu sali in macchina, io salgo in stanza.

So che non può finire così, so che manca qualcosa, so che non vuoi tornare a casa.

Nemmeno il tempo di pensarlo che mi scrivi ciò che stavo aspettando.

“Avrei voluto stare con te stanotte”

“Sei ancora in tempo, sali”

“Arrivo”

Mentre ti aspetto slaccio l’orologio, nessun orario stanotte, nessun ticchettio. Lo ripongo in valigia e ti accolgo in stanza come se non ti vedessi da mesi.

“Mi sei mancata”

“Anche tu”

Tutto quello che ho sognato nelle ultime ore sta per concretizzarsi.

Siamo solo io e te stanotte, tutto il resto può aspettare.

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