Questa non è poesia d’amore questa è la prosa delle verità.
E’ l’incedere lento di tutto ciò che accade. E’ un bisogno infame, un cane spaventato di un braccio che non lo picchierà.
[Questo non è un racconto docile
questo è aiuto chiesto in tono flebile]
E’ l’augurio di un bambino fra i cartoni alla stazione, occhi grandi sul viso lercio pensando a tutti i regali che non avrà.
Per tutto quello che succederà per tutto quello ci aspetterà, per chi ha un anima malsana e per chi arriverà dal buio e ci salverà.
[Brucia la fiamma di una candela
e contorce sul muro le ombre morte]
Per chi di me ha un immagine certa e nella testa un dipinto di personalità, per chi ha una parola sempre in eccesso e nella mano destra una bomba che presto esploderà.
Nei pensieri di quello che vorrei, negli anni passati di magri raccolti con il granaio vuoto e luna di traverso, io adesso mi stringo sull’unico pensiero che ho.
[Così lucente e così errato
così giusto seppur sbagliato]
E’ il silenzio dopo le parole dette che lasciano secca la gola, è il silenzio dopo le parole ascoltate che lasciano secca l’anima.
Mi vesto e ti dico che è tardi, ti svesti e mi dici che è tardi. I fili rimangono, le corde stringono le labbra giocano, i pensieri crollano.
[Burattino di un amore che non c’è,
burattinaia di un teatro ormai chiuso]
Di tutti i passi incerti al cospetto di decisioni che vacillano, io ne ho compiuto uno deciso in direzione contraria.
La catena delle sentenze fa rumore mentre la si scuote. Io no e copro le orecchie dal frastuono mentre ti stringo sotto la coperta.
[Fa freddo fuori, sai?
Non qui però.]
Torneremo e vivremo ancora, costruiremo un altare attorno a noi. Resteremo e non dovremo più tornare. Quello che accade è per sempre, proprio come noi.
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